martedì 9 febbraio 2010

Due tecniche per un disegno

Quando facevo ceramica, mi chiesero un grande piatto molto colorato, da mettere su una parete della cucina di una casa in un'isola del sud Italia.
Così feci un bozzetto e poi realizzai il piatto, che partì subito per la sua destinazione.
Il bozzetto però era rimasto attaccato al mio muro. Lo guardavo e lo riguardavo... finché non ebbi l'idea di cimentarmi con il patchwork.
Fino a quel momento non avevo fatto che qualche cuscino e un piccolo quilt molto semplice. Non avevo neppure ancora comprato il tappeto da taglio, le righe trasparenti e il cutter rotativo.
Così mi improvvisai... con blocchi irregolari, applique al vivo con interfaccia termobiadesiva, applique cucito, ricamo a mano, stippling con una macchina vecchissima, applique inverso per il bordo argentato...
Ed è nato il mio quiltino Oblò.
Non so se da un punto di vista tecnico è fatto bene,  ma ve lo mostro lo stesso, perché io ne sono orgogliosa ^__^

4 commenti:

  1. io che l'ho visto dal vivo posso dire che la foto non rende!! è stupendo e perfettissimo!!
    ma lo sai che le regole a volte vanno infrante?? gli artisti (specialemte i fotografi) moltissime volte lo fanno!!! l'importante è che nel complesso tutto abbia un senso... e qui il senso c'è tutto... anche di più!!!

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  2. Grazie Paola, hai ragione. Appena viene fuori un occhio di sole (Sole?... Cos'è il sole?...) provo a rifare la foto fuori.
    E grazie anche per tutti i consigli che mi dai, dato che sono nuova nel mondo dei blog ^__^

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